Il Pozzo dei Desideri: una storia di “passi” in Malawi

Quei contatti che accadono per caso, quegli articoli scritti “veloci”, incontro “on the road” e poi subito su carta …

Abbiamo conosciuto Matteo Ferrari ideatore del progetto Il Pozzo dei Desideri.
Matteo ci ha raccontato di lui che è originario di Padova ma attualmente residente, per lavoro, a Milano. Ha avviato il progetto Il Pozzo dei Desideri nel 2014, anno in cui, per un mese in estate, ebbe occasione di fare un’esperienza di volontariato in Malawi, in un villaggio nell’area di Mangochi.
Fu in tale situazione infatti che ebbe modo di entrare in contatto con la realtà locale, vivendo accanto alla popolazione e contribuendo nei lavori quotidiani.
Al suo ritorno dopo questa esperienza decise così di proseguire con il sostenere la comunità locale. Decise quindi di finanziare la costruzione di pozzi in villaggi remoti del Malawi, in villaggi la cui fonte d’acqua era distante e difficile da raggiungere.

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Muso Muso, dalla Guinea Conakry a Barriera di Milano, in musica!

Proseguono i nostri incontri di conoscenza di alcuni dei tanti amici che animano Arte Migrante. Ampliamo sempre più la rubrica “Esxienze Xletrade”. Racconti e storie di vita reale.

Abbiamo incontrato Muso Muso, artista, cantante di 28 anni, attualmente residente a Torino ma la cui storia parte da lontano, dalla Guinea Conakry.

Muso ci ha raccontato infatti di essere nato a Quequedou in Guinea Conakry, e di essersi dovuto trasferire in Italia nel 2000, quando aveva 11 anni, attraverso un ricongiungimento familiare. Inizialmente visse a Napoli, dove ebbe occasione di frequentare le scuole, imparare la lingua e fare le sue prime amicizie. A Napoli rimase per quasi 8 anni, molti dei quali li ha trascorsi in una comunità per minori a causa di problemi giudiziari che videro coinvolta la sua famiglia.
La comunità, ci ha raccontato, è stata per lui un’occasione per migliorare, quasi di “salvezza”.

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Una luce in Kenya, la storia di Mwanga Onlus


Instaurare nuovi contatti rappresenta per Xlestrade un obiettivo importante, da perseguire per crescere e ampliare la rete. È così che siamo entrati in contatto con Mwanga Onlus, con l’obiettivo di gettare nuovi semi lungo il percorso.

Abbiamo conosciuto Anna Sgarbossa, referente di Mwanga Onlus, associazione con sede a Campodarsego, in provincia di Padova.
Anna ci ha raccontato che l’associazione è stata costituita ufficialmente nel 2012 da Stefania Beccaro e alcune sue amiche, tra le quale Agnese e Federica. Stefania, l’attuale presidente, aveva già avuto occasione di fare alcune esperienze di volontariato in Kenya con altre associazioni. Fu così quindi che decise di costituirne una per finanziare e sostenere progetti in quel paese.

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Progresso, sviluppo in R. D. Congo. Le donne di AMI Maendelo Italia Onlus


Ci sono storie che si iniziano a raccontare dopo un semplice messaggio. Ci sono storie che si iniziano a raccontare e ci si accorge di avere amicizie in comune, legami con storie già raccontate in passato.

Abbiamo conosciuto Irene Zanni, referente, vicepresidente e socia fondatrice di AMI – Maendeleo-Italia Onlus, associazione con sede a Parma.
Irene ci ha raccontato che Maendeleo-Italia Onlus fu costituita nel 2005 a seguito di un’esperienza fatta nel 2001 a Goma, in Rep. Dem. del Congo, in occasione del Primo Simposio Internazionale per la Pace in Africa a Butembo.

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SECONDA. Antonio: colpevole o innocente?

La sua calma, le sue piccole pause di riflessione con lo sguardo rivolto verso la strada, la sua storia. Non riuscivo a non ripensare alle sue parole, specie per il fatto che dopo quel giorno Giuseppe era tornato diffidente e taciturno.

Era passata poco più di una settimana da allora, e come generalmente accadeva dopo cena stavamo guardando la televisione. Giuseppe era solito guardare il telegiornale, ascoltava gli altri commentare le notizie e andava a dormire senza dire una parola.

In quel momento era appena terminato il solito servizio intellettuale per chiudere in bellezza il telegiornale. Questa volta riguardava il numero di perversioni sessuali presenti in Italia. Uno psicologo illustrava un grafico che comparava l’Italia alle altre nazioni europee, continuamente interrotto da immagini di modelle in costume.

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El saber “mas”; la “lucha” di MAIS Onlus

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Suceden… “encuentros”, conocimientos casuales, la manera justa para dar vida a un proyecto, el proyecto “Biblioteca de Tesis”. Sucede también, que de estos conocimientos nacen diálogos y… así es que se encuentra una nueva asociación!

Hemos tenido la posibilidad de conversar con el presidente, Pietro Carta, y algunos voluntarios de MAIS Onlus, asociación de la ciudad de Roma.
MAIS Onlus, como nos cuentan, ha sido constituida en el diciembre del 1987, en seguida de un viaje de un grupo de amigos, en Brasil. El fin inicial fue conocer la realidad local y entender cuál era la intervención mas adecuada a la situación.
Así fue que, volviendo de la aventura, empezó el “viaje” de MAIS Onlus, viaje que siguió en Brasil y en otros diferentes países.

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Scarpe e sorrisi, le idee di Una mano per un sorriso – For Children Onlus


Anche un piccolo gesto, un piccolo oggetto, per noi quasi scontato, può essere importante, la sua assenza può negare un diritto. Così è per le scarpe. Senza di esse diviene difficile camminare, fare un percorso.

Abbiamo conosciuto Lia Bonaita, segretaria e volontaria di Una mano per un sorriso – For Children, Onlus con sede a Treviso.
Lia ci ha raccontato che l’associazione è stata costituita nel 2010, per nascere poi formalmente nel 2011, su iniziativa dell’attuale presidente Paola Viola e alcuni amici. La volontà di costituirsi in associazione fa seguito ad un’esperienza di volontariato e conoscenza in Kenya.

Il nome fu scelto evocando l’idea di mettersi in gioco, anche con le proprie mani, con l’obiettivo di vedere i bambini sorridere.

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The Gipsy Marionettist, ovvero l’arte di essere un marionettista

L’incontro con Rasid è avvenuto sulle “strade”, in una sera di Arte Migrante, iniziativa a cui lui partecipa per passione, per piacere suo personale. L’incontro con Rasid vuole essere un’opportunità per dare visibilità al suo progetto e alla sua storia.

Abbiamo incontrato nel suo laboratorio di Torino Rasid Nikolic, ideatore e responsabile di The Gipsy Marionettist.
Rasid ci ha raccontato di essere nato nel 1989 in Bosnia, a Banja Luka. Di origini rom, con la famiglia si è trasferito nel 1993, durante la guerra che colpì la sua terra natia, prima in Germania, a Berlino, e, dopo un anno, in Italia, a Torino.
La sua passione per le marionette iniziò invece nel 2006, anno in cui ebbe occasione di vedere uno spettacolo a Granada, in Spagna. Da quel momento iniziò a costruirne diverse.
Precedentemente aveva invece avuto opportunità di cimentarsi in tante altre attività.

Ha scelto il nome “the Gipsy Marionettist” per il suo progetto, il suo laboratorio in quanto ha per lui una valenza romantica, positiva. Gipsy infatti è un termine che si riferisce ad una antica credenza che vuole che l’origine dei rom fosse egiziana, per il colore scuro della pelle.

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La traccia nomade: un viaggio in Perù e la passione per il no profit

Esxienze Xlestrade è un contenitore aperto con l’obiettivo principale di raccontare storie e ospitare storie. Storie di viaggio, esperienze di vita. È così che abbiamo scelto e deciso di contattare e condividere il blog “La traccia nomade”; luogo e storia in cui ci ritroviamo tantissimo.

Abbiamo avuto occasione di entrare in contatto e conoscere Chiara Minigutti, 28enne originaria di Genova,

ideatrice del blog La traccia nomade.

Chiara ci ha raccontato di aver aperto il suo blog lo scorso mese di ottobre, successivamente ad un’esperienza di due anni di volontariato in Perù, a Cusco, con l’ONG inglese LAFF (Latin America Foundation for the Future).

L’obiettivo iniziale del blog era di raccontare quindi il viaggio, l’esperienza da lei vissuta.

Il nome stesso è stato scelto quindi evocando l’idea di percorso, scoperta.

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PRIMA. Giuseppe: la perdita di Miller

Imparo ogni volta che vedo un loro sorriso. Ogni volta che sento una battuta su una ragazza che passa per la strada. Apprendo come rialzarsi dopo una grande caduta. Come reagire alle delusioni, come rimediare gli errori commessi in passato. Imparo tutto questo parlando con gli invisibili del dormitorio Tari, con i senzatetto.

Mi chiamo Nicola Samana: amo perdermi tra i diversi pensieri che animano il mondo, amo ascoltare.

Ho deciso di raccontarvi la mia storia.

L’idea di condividere tutto questo con voi nasce dalla necessità di ringraziare i miei maestri ai quali nessuno darà mai credito o premi: i senzatetto.

Incominciamo da quando tutto aveva ancora un senso: non sapevo nulla dell’esistenza dell’Altra Città di Torino.

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