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Una Twiga in Tanzania

unatwigaintanzania.blogspot.it

Abbiamo conosciuto Elisa Grazioli un po’ per caso, seguendo le sue tracce, il suo blog Una twiga in Tanzania per alcuni mesi e contattandola con l’entusiasmo e l’intenzione di aprirci sempre più ad associazioni e/o persone!

collage03Elisa è una giovane ragazza trentina che per 10 anni ha lavorato nell’ambito della moda con una compagnia di abbigliamento americana.
Nel 2011 ebbe però la possibilità di fare un’esperienza estiva di volontariato in Tanzania con un’associazione di Bologna, Albero di Cirene Onlus. Insieme ad altre 5 volontarie ebbero occasione di operare presso l’asilo di Nyakipambo.
Elisa conosceva già la Tanzania in quanto i suoi genitori è da diversi anni che svolgono attività di volontariato presso il Gruppo Missionario dell’alto Garda e Ledro (associazione di Trento che ci auguriamo di conoscere a breve) il quale ha progetti in questo paese e in Kenya.
Fu così che si innamorò definitivamente del paese africano e nel 2012 decise di ritornarci per un’ulteriore esperienza estiva.

In quest’occasione ebbe modo di conoscere e trascorrere alcuni giorni presso l’orfanotrofio di Tosamaganga, villaggio vicino ad Iringa e gestito dalle Suore Teresine e sostenuto dal Gruppo Missionario.
La Tanzania, e con essa i bambini e i suoi colori, gli è rimasta talmente impressa che nel febbraio 2013 decise di lasciare il suo lavoro e di trasferirsi in Africa per un anno.

Il blog Una Twiga in Tanzania intende quindi ripercorrere le tappe affrontate, le esperienza vissute e promuovere alcuni progetti e/o IMG_1996sostegni a distanza. La parola Twiga significa “giraffa” in kiswahili, ed è stato scelto in quanto Elisa si identifica molto in questo animale elegante e silenzioso.

All’interno dell’orfanotrofio, nell’ultimo anno, ha avuto occasione di seguire e aiutare le “dade” ovvero le ragazze locali che si prendono cura dei bambini ospiti, di curare la parte italiana delle adozioni a distanza ricevute e di contribuire nella realizzazione di una scuola di cucito in grado di realizzare materiale che, una volta venduto, potesse permettere un’entrata economica al centro. Inoltre ha adottato lei stessa una bambina.
Elisa ha continuato poi a collaborare con l’Ass. Albero di Cirene e con altre realtà presenti in loco.

Il blog contiene poi alcune sezioni dedicate a storie singole. È possibile infatti trovare le storie di Zamu, un ragazzo aiutato nel pagamento delle spese universitarie, e soprattutto di Neema, una bambina disabile. Neema in particolare è una bambina che Elisa ha conosciuto nel 2012 e che presenta i sintomi di una paralisi celebrale e avrebbe avuto bisogno di cure adeguate in un centro specializzato. Elisa decise così di aiutarla e dal 2012 sta raccogliendo risorse per affrontare le spese necessarie.
Un ulteriore progetto è stato infine la costruzione di una scuola secondaria professionale femminile a Mibikimitali. La costruzione è avvenuta con il contributo del Gruppo Missionario e in prospettiva vi è la costruzione di un dispensario, un dormitorio e un refettorio.

I contributi economici per sostenere le differenti attività derivano dalla realizzazione di eventi, dalla vendita di calendari e da altre iniziative di raccolta fondi.
Il blog infine racchiude al suo interno uno spazio dedicato ai volontari interessati a fare un’esperienza in loco.

IMG_1097Abbiamo chiesto quali sono i suoi progetti futuri.
Elisa è ritornata in Italia nel giugno 2014 e da poco è ripartita per la Tanzania. Il suo sogno è quello di realizzare in loco una linea di moda per donne con tessuti africani ma con tratti e linee europee. L’obiettivo di questo progetto è poter vendere i prodotti nel mercato locale tanzaniano, in particolar modo di Zanzibar, e ricavare così un salario per lei e anche un contributo per l’orfanotrofio. Il progetto vuole essere anche un luogo, un laboratorio in grado di accogliere sarti professionisti dall’Europa disponibili a dare il loro contributo durante il periodo estivo.
Una parte del ricavato di questo progetto verrà investito nel sostenere ed ampliare la scuola di cucito professionale che si trova all’interno dell’orfanotrofio.

Xlestrade ha chiesto che consiglio darebbe a chi fosse interessato a fare un’esperienza come la sua. Elisa ci ha consigliato di avere coraggio, di provarci e di avere volontà e tanta pazienza.

Il messaggio che ha deciso di lasciarci è ana frase nella quale Elisa si identifica ed è una frase del missionario Giuseppe Alamanno:
“Il bene fa poco rumore: il molto rumore fa poco bene. Il bene va fatto bene e senza rumore”.

Noi ringraziamo Elisa per l’amicizia e le auguriamo di realizzare il suo sogno! Xlestrade seguirà con davvero interesse e curiosità il suo blog e la sua futura storia!! Proseguiamo senza far troppo rumore il nostro percorso, tante altre storie vorremmo però raccontare!

collage_gruppetto

 


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